LIBERTÉ , EGALITÉ, MA NON SENZA GLUTINÉ

ovvero
RESOCONTO DI UN WEEK END SGLUTINATO A PARIGI


C'era un compleanno molto importante da festeggiare
(ndr forty is the new twenty)
e già da mesi stavamo pianificando il nostro lungo week end a Parigi.

GIORNO 1
Volo Ryanair.
Che offre a bordo ogni genere di conforto (gratta e vinci compresi),
ma praticamente nulla di sglutinato se non una simil barretta di cereali.
C'è anche la lasagna vegana (e di questo ci rallegriamo), ma il senza glutine no.
Arriviamo a Parigi carichi di pane, pasta, barrette di cereali e biscotti.
Come sempre.
Decidiamo di non buttarci subito a capofitto nella ricerca di locali gluten free friendly.
L'unica mossa che mi azzardo a fare è entrare in un Mc Donald's degli Champs-Elyséees
(anche se so già la risposta)
e il bon-homme a cui chiedo se hanno qualcosa di senza glutine nella loro offerta alimentare 
sfodera il suo più bel sorriso e mi dice (quasi contento) che NO, non hanno davvero niente.

GIORNO 2 
Tour Eiffel.
Alla caffetteria del secondo piano troviamo delle patatine confezionate (evviva!),
o forse sono pepite d'oro non so, (il costo per 40 gr. giustificherebbe che ci fosse dell'oro).
Ma fa niente, ovviamente le prendiamo e le riponiamo nello zaino 
insieme al kit di base del celiaco con cui siamo partiti da casa.
Dopo la torre è la volta dell'Ile de France dove ho diversi indirizzi da cercare.

Ci dirigiamo subito da ERIC KAYSER (14, rue Monge, 75005 PARIS)
dove si, ci sono pane e biscotti, ma nulla di più.

Subito dopo entro da LOULOU (90, Boulevard Saint-Germain, 75005 PARIS)
chiedo informazioni e si, c'è possibilità di mangiare senza glutine,
il jeune-homme mi mostra tutto quello che è possibile ordinare senza glutine
(che è segnalato chiaramente nel menù), ma che ahimè non potremo provare 
perché sono già le 13:30, e ci sarebbe da aspettare almeno un'ora per avere un tavolo.
Che peccato.

Giusto due passi più avanti entro da CHIPOTLE (96, Boulevard Saint-Germain, 75005 PARIS)
e finalmente riusciamo a trovare un senso alla nostra giornata.
La signorina sa quel che fa!
Mi spiega che no, non si possono avere tacos o burritos, ma si può avere il piatto,
che lei avrà cura di lavarsi la mani, cambiare i cucchiai,
e si potrà scegliere tra tutto quello che c'è nel bancone davanti a lei,
perché tutto è senza glutine: riso, fagioli, carne (di ogni tipo), salse, verdure o formaggio.
Purtroppo in famiglia non apprezziamo molto la cucina messicana,
e of course al mostriciattolo e alla principessa non è piaciuto molto 
di quello che hanno smangiucchiato dei loro piatti.
Ma almeno era un'opzione più che dignitosa (e affidabile!).

Passeggiamo nei dintorni di Notre Dame.
Facciamo una piccola sosta in una bellissima cioccolateria.
Il bon-homme che risponde alla mia domanda 
"Ci sono dei cioccolatini senza glutine?"
sfodera anche lui un meraviglioso sorriso e quasi compiaciuto 
mi risponde che tutti i loro cioccolatini contengono delle tracce di glutine. E ride.

Ci incamminiamo quindi verso Place des Vosges, e facciamo una piccola deviazione
verso quello che abbiamo la certezza potrà essere un porto sicuro per la nostra merenda:
GROM (16, rue Vieille du Temple, 75004 PARIS).
Grom non ci delude mai, e i nostri gusti di gelato preferito, 
la cioccolata calda e il saluto caloroso (e italiano) del ragazzo dietro al bancone 
ci scaldano il cuore in una fredda Parigi.

GIORNO 3
Visita al Louvre.
Abbiamo programmato tutto, abbiamo i biglietti per le 10:30.
L'idea è quella di fare una seconda colazione prima di entrare al museo, 
e prendere dei panini da mangiare dentro.

Decidiamo di passare prima da HELMUT NEWCAKE (144, rue Saint-Honoré, 75001 PARIS)
perché sulla carta sembra in grado di soddisfare tutti i nostri desideri 
(peccato che si riveli soltanto una tremenda delusione).
Orario di apertura 09:00. Nostro orario di arrivo 09:30.
Il bon-homme ci sorride e ci dice che ahimè non gli hanno ancora consegnato niente
e che entro una mezz'ora riceverà tutto.
"Ci saranno anche i panini?" chiedo io. "Ah no, per quelli ci vorrà almeno un'ora,
perché deve ancora arrivare il collega che li deve preparare".
Mi chiedo il perché dell'orario di apertura alle nove se poi non hanno ancora niente,
e continueranno a non avere niente per un po'...
Passeggiamo nei dintorni, compriamo dei panini glutinosi per i non celiaci,
torniamo dal tipo alle 10:15, e lui nuovamente ci dice che purtroppo ancora non ha niente.
Sono sull'orlo di una crisi di nervi... ma i bimbi hanno gli occhi gonfi di lacrime,
decido di investire 9,00 € in due éclairs al cioccolato (evidentemente) del giorno prima,
per non lasciarli del tutto a bocca asciutta.
Nel mentre arriva il furgoncino da cui un aitante ragazzone inizia a scaricare
decine di cassette di panini, dolci e dolcetti di ogni tipo.
Una qualsiasi persona dotata di po' di buon cuore (e minimo di buon senso)
mi avrebbe chiesto che cosa avrei gradito, in modo da cercarlo subito tra le tante cassette.
Ma lui no, e quasi scocciato ci fa capire che deve allestire il bancone.
E noi dobbiamo entrare al museo.
Non vorrei proprio tornarci in questo posto, ma so già che lo farò,
una volta uscita dal museo nel pomeriggio, per fare merenda.
E infatti ci torno, cuore di mamma...
Ma dei panini che avremmo dovuto trovare neanche l'ombra,
neanche un pain au chocolat...
Dopo tre tentativi e tanta delusione, usciamo con un piccolo croissant,
due dolcetti di pasta sfoglia, e un dolcetto alle mele.
Magro il nostro bottino.

GIORNO 4
Non starò a dilungarmi su tutto quello che a Montmartre non abbiamo trovato,
confesso che non lo abbiamo neanche troppo cercato.
Mi concentro solo su un fatto:
è domenica pomeriggio e siamo all'aeroporto di Beauvais.
Non il più grande aeroporto di Francia, ma comunque un aeroporto dignitoso.
Vagando tra il terminal 1 e il terminal 2 dell'aeroporto realizzo che
l'unica cosa che può mangiare un celiaco a Beauvais è il Magnum Algida.
Peccato che sia il 1 Dicembre!

Un ringraziamento speciale va a quei compagni di viaggio
che con noi hanno condiviso cibi sglutinati importati in valigia dall'Italia.
Che con noi hanno mangiato messicano anche quando potevamo farne a meno.
Che con noi hanno camminato e vagato per chilometri in cerca di qualcosa,
che poi inevitabilmente non abbiamo trovato.




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