NON MI FIDO. MI AFFIDO.



Spesso mi chiedono se quando vado a cena fuori
mi fidi di chi con tanta cura e attenzione ci somministra cibo che,
tutti ci auguriamo, sia gluten free e privo di contaminazioni.
No. La risposta è no.
Non mi fido. Mi affido.
Non mi fido perché non sono e non posso entrare nelle cucine.
Non mi fido perché non conosco chi prepara da mangiare.
Non mi fido perché non so quali e quante conoscenze
hanno le persone che gestiscono i locali
e soprattutto quelle che cucinano in questi locali.
Quindi no, non mi fido.
Mi affido, perché altrimenti non vivrei più.
Mi affido quindi al buon cuore e al buon senso delle persone.
Non ho strumenti per affidarmi, se non uno: la guida dell'associazione.
Che non mi da né garanzie, né certezze.
Mi guida, mi consiglia e mi rassicura rispetto ad un salto nel buio.
Ieri sera abbiamo trasgredito.
Siamo andati a cena in un locale che
non è presente nella Guida per l'Alimentazione Fuori Casa.
Non sono una sprovveduta. Mi ero informata,
e c'ero anche stata in solitaria, senza i celiachini.
Questo ovviamente non mi esonerava da ansie e paranoie.
Però mi affido, altrimenti non vivrei, e quindi ci siamo fatti coraggio,
e siamo andati al BLOOM (Piazza San Giusto 10/D, Arezzo).
Entrare in un locale stracolmo di persone e bambini euforici 
non  è affatto rassicurante per una mamma ansiosa di celiachini.
Se la confusione in cucina
è direttamente proporzionale al caos in sala siamo fritti.
Ma mi affido, altrimenti non vivo.
La gentilezza e il sorriso dei camerieri in sala
è servita da palliativo alle paranoie.
Arriva il menù, mentre i bambini si impadroniscono dell'area giochi.
Tutto quello che è possibile ordinare in formato gluten free 
è segnalato in maniera estremamente chiara e precisa.
La signorina che prende la nostra ordinazione
pare attenta alle mie indicazioni quando, come sempre,
esordisco col puntualizzare che prima ordiniamo tutto il senza glutine.
Il mostro maschio si rallegra del fatto
che non è costretto a mangiare la pizza 
(che da bambino atipico quale è, non ama)
e ordina un hot dog con ketchup e patatine.
Lei, che mangerebbe pizza h24 e sette giorni su sette,
prende una margherita.
Poi ordiniamo il resto delle pietanze glutinose.
E tutto è arrivato in fretta.
Per primi tutti i piatti gluten free, poi tutto il resto.
Ci è piaciuto davvero un sacco tutto quanto.
Ci siamo sentiti più al sicuro di quello che temevo.
E poi sarà che era una cena che stava scritta nel destino da più di 20 anni.
Una di quelle cene, che per un naturale epilogo di sorellanza,
doveva stare proprio là.
In una tiepida e piovosa sera di maggio di un anno qualunque, 
con dei nuovi intrecci di vita da scoprire che stavano scritti nel destino.
Sarà per tutto questo, sarà per la pizza che era proprio buona,
sarà per i bimbi felici, ma è stata proprio una bella serata.
Non mi fido, ma mi affido.
E sono abbastanza sicura che mi affiderò ancora a questa pizza.





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